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Chi è il Content creator e quali sono le differenze con l’Influencer?
Oggi quella del Content creator è una delle figure più richieste dalle aziende ed è spesso confusa con l’Influencer, ma in realtà, anche se le due professioni a volte possono coincidere, si tratta di categorie differenti che occupano un posto ben preciso all’interno di una strategia di promozione del brand.
Un Content creator, ovvero un creatore di contenuti digitali, è responsabile dell’ideazione e produzione di contenuti che devono saper trasmettere l’essenza e i valori di un brand attraverso il giusto Tone of Voice. Si tratta quindi di un professionista del digitale che a partire dal brief è in grado di elaborare strategie comunicative differenti tra loro per adattare i contenuti prodotti alle varie piattaforme: dal sito web al blog aziendale, passando per i Social Network e fino alle campagne online e offline.
Un po’ artista, un po’ tecnico della comunicazione, il Content creator deve conoscere i segreti del web per creare un contenuto di valore, in grado di ottenere un buon posizionamento nei motori di ricerca, e coinvolgente, al fine di attirare l’attenzione della target audience. Inoltre, può essere assunto all’interno dell’azienda oppure lavorare per un’agenzia o ancora come freelance.
L’Influencer, invece, è generalmente legato a una sola piattaforma social, si definisce in base al numero di followers (Nano Influencer, Micro Influencer, Macro Influencer e Mega Influencer), ha autorevolezza all’interno della nicchia di appartenenza e rappresenta l’anello di congiunzione tra la propria community e il brand che decide di avviare una campagna di Influencer marketing.
Potremmo dire che la principale differenza tra le due professioni sta nel fatto che l’Influencer ha il potere di influenzare le decisioni di acquisto e fa da ponte tra il pubblico e il brand, mentre il Content creator è la mente creativa dietro a un progetto di comunicazione che elabora una Content strategy e produce i contenuti migliori in base agli obiettivi del brand e al mercato di riferimento. Inoltre, un creatore di contenuti digitali può pianificare una strategia di marketing in cui è prevista la collaborazione con un Influencer per promuovere un determinato.
Un Content creator può essere considerato un Influencer quando coltiva il proprio Personal branding, acquisisce consapevolezza e costruisce una community solida intorno ai propri contenuti. Al contrario, un Influencer può essere considerato un Content creator quando acquisisce quelle competenze necessarie per creare contenuti di valore che lo rendono un professionista apprezzato nel mondo digitale e reale.
Content creator: tipologie e competenze
La creatività è una metacompetenza, ossia un’abilità traversale a tutte le discipline e a tutti gli ambiti del sapere.
Ciò significa che esistono diverse tipologie di Content creator in base all’area di competenza:
- Copywriter: lavora con le parole e si occupa di scrivere testi per brochure aziendali, spot pubblicitari, siti web, blog post, campagne DEM (Direct Email Marketing), annunci Google Ads e Facebook Ads e landing page;
- Videomaker: realizza contenuti video, come videoclip, cortometraggi o documentari, a scopo commerciale o artistico, e si occupa della regia, delle riprese, del montaggio e spesso anche della sceneggiatura;
- Graphic Designer: è in grado di rappresentare l’identità di un brand visivamente attraverso loghi, grafiche, biglietti da visita, brochure, pagine del sito, pubblicità online e offline;
- Fotografo: realizza servizi e book fotografici, allestisce la scena e gestisce le luci, perfeziona i suoi scatti grazie a programmi di editing e si occupa della stampa delle immagini.
Come diventare Content creator? La risposta a questa varia in base alla professione: ad esempio, un freelance copywriter deve avere ottime capacità di scrittura, saper padroneggiare le tecniche SEO per raggiungere i primi posti della SERP e possedere fondamenti di psicologia e neuroscienze, mentre un graphic designer, oltre a conoscere software di grafica, fotoritocco e impaginazione, deve avere basi di semiotica e comunicazione. Inoltre, non va dimenticato che un Content creator può essere anche una figura ibrida che ricopre più di un ruolo.
In generale, per un creatore di contenuti digitali è molto importante avere una formazione trasversale, saper unire capacità artistiche a competenze tecnologiche e possedere una conoscenza approfondita delle materie di cui si occupa.
Nel dettaglio, per diventare Content creator è necessario:
- Possedere competenze nel settore del Digital marketing;
- Conoscere le principali piattaforme per poter adeguare il messaggio al contesto;
- Avere ottime capacità di scrittura e analisi del testo;
- Sapere come funziona la Search Engine Optimization;
- Analizzare e interpretare i dati delle attività di Content marketing;
- Essere flessibili e avere una buona capacità di adattamento.
Il compito principale di un Content creator è creare contenuti multimediali capaci di migliorare:
- Engagement;
- Fidelizzazione;
- Brand Awareness;
- Lead generation.
Come creare contenuti di valore? 10 consigli per non sbagliare
Philip Kotler, considerato il “guru del marketing management” dal Financial Times e celebrato come il maggior esperto al mondo nelle strategie di marketing, ha individuato gli otto fasi essenziali per creare contenuti di valore:
- Goal setting: prima di lanciarti nella produzione di contenuti, definisci in modo chiaro gli obiettivi che possono essere legati alle vendite (lead generation, sales closing, cross-sell, up-sell e sales referral) o al brand (Brand awareness, Brand association, Brand loyalty e Brand advocacy);
- Audience Mapping: una volta definiti gli obiettivi definire il pubblico destinatario del messaggio e creare la buyer persona per dare forma a contenuti di qualità, utili, coinvolgenti e che siano rilevanti per il pubblico di riferimento;
- Content ideation and planning: il passo successivo consiste nel trovare idee su quali contenuti creare per soddisfare i bisogni e i desideri del proprio pubblico. In questa fase bisogna scegliere anche il formato (ad esempio: articolo per il blog o post sui profili social) e realizzare il piano editoriale, ovvero il documento che ti permette di organizzare e pianificare la pubblicazione dei contenuti;
- Content creation: arriviamo a questo punto alla fase più importante, ovvero la creazione dei contenuti che richiede un enorme impegno in termini di competenze, tempo e budget. Se i contenuti non sono di alta qualità il rischio è fallire gli obiettivi definiti al punto uno;
- Content distribution: un contenuto è inutile se non raggiunge il pubblico a cui è destinato. Per questo motivo è molto importante una corretta distribuzione dei contenuti basata sul giusto mix di Owned media (canali di proprietà del brand, come il sito web), Paid media (canali in cui è necessario investire un budget per ottenere visibilità. Ad esempio: un annuncio su Facebook Ads) ed Earned media (la pubblicità generata tramite il “passaparola”, come i retweets o le reviews);
- Content Amplification: individuare gli Influencer più adatti per aumentare la diffusione dei contenuti sulle diverse piattaforme (come abbiamo già detto, in alcuni casi, Influencer e Content creator possono coincidere);
- Content marketing: per migliorare la produzione di contenuti bisogna misurare i risultati ottenuti con le attività di Content marketing e analizzare le cinque “A” del Customer journey: Aware (Il potenziale cliente viene a conoscenza del brand) Apple (Il potenziale cliente capisce che cosa offre il brand) Ask (Il potenziale cliente studia il prodotto/servizio offerto dal brand e chiede informazioni tramite, ad esempio, la chat presente sul sito web), Act (Il potenziale cliente effettua l’acquisto) Advocate (Il cliente, soddisfatto dell’acquisto, diventa un vero e proprio testimonial del brand);
- Content Marketing Improvement: il monitoraggio e l’analisi delle performance è utile per identificare le opportunità di miglioramento, intervenire in tempo reale e sperimentare nuove soluzioni per essere più efficaci ed efficienti.
Agli otto consigli di Philip Kotler ne aggiungiamo altri due:
- Digital storytelling: conoscere le tecniche dello storytelling per individuare il modello narrativo più adatto alla storia che si vuole raccontare;
- Studiare: seguire le news e i trend del proprio settore, controllare le conversazioni sui social e mantenersi aggiornati.
Infine, è importante ricordare che produrre contenuti di valore, attrarre l’attenzione, coinvolgere e fidelizzare una target audience ben definita è tutt’altro che semplice. Per ottenere risultati concreti e gestire correttamente ogni fase del progetto, la soluzione è affidarsi a un partner esperto, come un’agenzia di Content Marketing che per conto dei suoi clienti si occupa dell’ideazione, della produzione, dell’ottimizzazione e della distribuzione dei contenuti per il web e i media digitali.