Criptovalute: cosa sono e perché se ne sta parlando tanto

Le criptovalute sono la più significativa innovazione nel settore finanziario da oltre un decennio. 

di Raffaella Berardi
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Criptovalute: cosa sono e perché se ne sta parlando tanto

Che cosa sono le criptovalute?

L’applicazione delle tecnologie digitali al settore finanziario sta cambiando radicalmente il modo in cui gestiamo e trattiamo le transazioni economiche, mettendo in discussione l’esistenza stessa dell’infrastruttura finanziaria tradizionale. Tra le innovazioni più interessanti, destinate a cambiare il nostro modo di interagire con il denaro, ci sono senza dubbio gli NFT e le criptovalute.

La parola criptovaluta o criptomoneta è l’italianizzazione del termine inglese cryptocurrency –dall’unione delle parole cryptography, cioè “crittografia” e currency, “valuta”- e si riferisce a una forma di valuta digitale che utilizza la crittografia per proteggere le transazioni. In altre parole, la criptomoneta è una moneta digitale che, a differenza delle monete tradizionali, non esiste in forma fisica e non è controllata né gestita da alcuna autorità centrale.

La decentralizzazione è un principio fondamentale delle criptovalute. Infatti, mentre la maggior parte delle valute è sostenuta da una banca centrale, le criptomonete sono gestite da una rete di computer distribuiti in tutto il mondo. Ciò significa che chiunque partecipi alla rete può registrare le proprie transazioni e tracciare l’emissione di nuove unità della criptovaluta.

Nel dettaglio, le transazioni in criptovaluta sono registrate su un libro mastro decentralizzato chiamato blockchain, ossia una serie di blocchi che contengono tutte le transazioni effettuate in un periodo di tempo. Cosa importante, ognuno può unirsi e partecipare alla blockchain, ma i dati sulle singole transazioni – e le persone coinvolte – sono protetti dalla crittografia, garantendo quindi la privacy e la sicurezza.

Una blockchain è generalmente gestita da una rete peer-to-peer che aderisce collettivamente a un protocollo per la convalida di nuovi blocchi. In genere, ogni blocco contiene un puntatore hash, che lo collega al precedente, una marca temporale e dati sulle transazioni. Le criptovalute quindi non sono controllate né gestite da un’autorità centrale, ma il loro funzionamento si basa sulla fiducia, sulla trasparenza e sull’impegno degli utenti.

Una più puntuale definizione di criptovaluta è contenuta nella normativa antiriciclaggio (art. 1, comma 2, lett. qq. del D.lgs. n. 231/2007) che la descrive come una “rappresentazione digitale di valore, non emessa né garantita da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi o per finalità di investimento e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente”.

È possibile suddividere le cryptocurrency in due grandi tipologie:

  1. Criptovalute supportate dalle proprie blockchain, come Ethereum e Bitcoin;
  2. Criptovalute costruite su blockchain esistenti, dette anche come token, come ad esempio Ox e Jibrel Network Token-JNT.

Quali sono le criptovalute più diffuse nel mondo?

Ogni giorno sui mercati vengono scambiate centinaia di criptovalute diverse: basti pensare che attualmente sono circa cinquemila quelle in circolazione, ognuna con le sue caratteristiche. 

Qui di seguito ti raccontiamo qualcosa in più sulle cinque criptomonete più diffuse e utilizzate:

  1. Bitcoin (BTC o XBT): la cryptocurrency è nata a gennaio 2009 a opera di un informatico (o gruppo di informatici) del quale è noto solo lo pseudonimo: Satoshi Nakamoto. I Bitcoin si basano sul protocollo proof-of-work e sono stati la prima criptovaluta ad essere riconosciuta come forma di pagamento da diversi commercianti e siti Internet;
  2. Ethereum (ETH): è una piattaforma decentralizzata del web 3.0 rilasciata nel 2015 per la creazione e pubblicazione di peer-to-peer di contratti intelligenti (smart contracts) creati in un linguaggio di programmazione Turing-completo;
  3. Litecoin (LTC): è un progetto di software open source rilasciato con licenza MIT/X11. Litecoin è una criptovaluta peer-to-peer che elabora un blocco ogni 2.5 minuti contro i 10 minuti del Bitcoin. Secondo Wall Street Journal, CNBC e New York Times, LTC non è solo un’alternativa, ma un possibile successore di Bitcoin;
  4. Ripple (XRP): nata nel 2012 per offrire alle banche e alle istituzioni finanziarie un sistema di trasferimento di fondi in tempo reale (Real-time gross settlement), la criptovaluta consente transazioni sicure e istantanee a livello globale;
  5. IOTA: è la criptovaluta che ha visto la luce nel 2015 e il suo obiettivo è rendere più rapide le transazioni tra dispositivi connessi tramite l’IOT (Internet Of Things). A differenza di altre criptomonete, le informazioni sulle transazioni sono organizzate in una struttura che prende il nome di tangle anziché nella tradizionale blockchain. Ciò rende IOTA potenzialmente scalabile all’infinito e permette di effettuare un enorme numero di transazioni simultanee senza appesantire la rete.

Dove vengono conservate le criptovalute?

Per proteggere le criptomonete da hackeraggi o furti è necessario conservarle in modo sicuro all’interno di un wallet -noto anche come portafoglio di criptovalute– vale a dire dispositivi fisici o software online utilizzati per memorizzare le chiavi private delle cryptocurrency.

Esistono due tipi di portafogli tra cui scegliere:

  1. Hot wallet storage: può essere un servizio web o software scaricabile gratuitamente per computer o smartphone. Questo tipo di portafoglio, in genere gratuito, è costantemente connesso alla blockchain e a Internet. I wallet online sono più comodi da gestire per trasferire i fondi, ma presentano un rischio maggiore di essere hackerati;
  2. Cold wallet: a differenza dei “portafogli caldi” non sono in costante connessione con Internet e quindi sono meno inclini ad attacchi di hacking, malware e altri software dannosi. Questi wallet, compatibili con la maggior parte dei sistemi operativi disponibili, sono dispositivi fisici in cui è possibile cifre importanti di criptomonete in modo sicuro ed efficiente. Inoltre, sono disponibili in diversi formati (ad esempio: una chiavetta USB).

Che cosa si può comprare con le criptovalute?

Oltre alle persone che investono in criptovalute con l’obiettivo di guadagnare, ci sono altri modi per utilizzare questa tecnologia e trarne vantaggio. Cresce infatti il numero di aziende che accettano criptomonete come metodo di pagamento per l’acquisto di beni e servizi.

È infatti possibile acquistare un’ampia gamma di prodotti dai siti di e-commerce utilizzando le cryptocurrency. Tra questi ci sono prodotti tecnologici, cibo, vestiti, servizi assicurativi e persino automobili. Inoltre, le criptovalute possono essere usate come metodo di pagamento anche in molti ristoranti e strutture ricettive.

Truffa criptovalute: a che cosa fare attenzione e come evitarle

È notizia di pochi giorni fa che un uomo residente a Vigonza è indagato per una truffa da 15 milioni di euro nel settore delle criptovalute: secondo i carabinieri, attraverso un call center localizzato in Albania, l’uomo proponeva importanti investimenti in criptomonete, ma una volta incassati i soldi dagli investitori li dirottava in altre attività.

Purtroppo, come dimostrano i dati della Federal Trade Commission (FTC), condivisi in un recente articolo di Cybersecurity360, la testata del gruppo Digital360, non si tratta di un caso isolato:  da ottobre 2020 a marzo 2021 sono circa 7.000 le persone che hanno perso più di 80 milioni di dollari in truffe di criptovalute.

Secondo gli esperti di Cybersecurity360 per evitare i rischi connessi alle crypto truffe bisogna seguire delle semplici regole e tenere d’occhio alcuni segnali:

  • Errori tipografici ed evidenti errori di ortografia nelle e-mail, nei post sui social media e durante qualsiasi comunicazione;
  • Promesse di moltiplicare l’investimento; 
  • Obblighi contrattuali che impongono di mantenere nel proprio portafoglio le cryptovalute senza poterle vendere;
  • Utilizzo di falsi personaggi famosi e noti;
  • Manipolazione psicologica come il ricatto o l’estorsione;
  • Grandi schemi di criptovalute sui social media;
  • Promesse di soldi gratis;
  • Dettagli vaghi contenuti nel white paper.

Le criptovalute stanno prendendo sempre più piede, sia come strumento di investimento sia come alternativa di pagamento. Fare le opportune ricerche prima di investire e prestare attenzione ai segnali sopra indicati è un buon modo per evitare di incorrere in qualche truffa. 

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