Tool ChatGPT: che cos’è e come funziona

Da qualche settimana sui social non si fa che parlare di ChatGPT, la nuova chatbot sviluppata da OpenAI che promette di rivoluzionare la nostra interazione con l’intelligenza artificiale, rendendola più intuitiva e “umana”. In che modo? Scopriamolo insieme.

di Dayone Magazine
Tool ChatGPT: che cos'è e come funziona

ChatGPT è uno degli argomenti più “scottanti” e divisivi delle ultime settimane, perlomeno sui social. C’è chi considera questo chatbot un vero e proprio spartiacque nella storia degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale conversazionale e chi, invece, lo ritiene una modalità poco etica ed efficace (perlomeno da un punto di vista SEO) di creare contenuti.
Lungi dal voler cadere in qualsiasi tipo di generalizzazione, abbiamo deciso di andare personalmente alla scoperta di ChatGPT e delle sue funzionalità in questa guida.

ChatGPT: che cos’è?

ChatGPT è l’ultima innovazione nella tecnologia dei chatbot alimentati dall’intelligenza artificiale (ovvero software progettati per simulare conversazioni umane) sviluppata da OpenAI, la società non-profit di ricerca e sviluppo dell’IA nata nel dicembre 2015 con lo scopo di «garantire che l’intelligenza artificiale generale porti benefici a tutta l’umanità».

Lanciato nel novembre 2022, questo chatbot è basato sulle più recenti tecnologie GPT-3 (Generative Pre-trained Transformer 3), ovvero modelli di apprendimento autoregressivi di elaborazione del linguaggio naturale (o NPL, natural language processing) in grado di analizzare grandi quantità di input testuali e generare risposte pertinenti basate su tale analisi. In poche parole, chatGPT è in grado di comprendere le nostre richieste dell’utente, interpretare il contesto della conversazione e “risponderci” in modo molto simile a quello che farebbe un altro essere umano.

Per fare questo, il modello GPT-3 della chat è stato “addestrato” su una vastissima quantità di dati di testo, quali libri, articoli e siti web, attraverso una tecnica di apprendimento nota come deep learning (in italiano “apprendimento profondo”). Basti pensare che, nell’ultima versione rilasciata a maggio 2020, la chat GPT-3 ha una capacità di 175 miliardi di parametri di apprendimento, che gli consentono di generare automaticamente testi e risposte di alta qualità alle domande più disparate.

Ed è proprio l’elevatissimo livello di accuratezza di ChatGPT ad aver suscitato non solo la curiosità degli utenti del web, ma anche l’attenzione – ed i timori – degli esperti del settore. Questi ultimi hanno infatti cominciato a chiedersi se, in un futuro non troppo lontano, questo strumento potrà addirittura prendere il posto di Google, il motore di ricerca più conosciuto ed utilizzato al mondo.

Per capire se queste preoccupazioni sono fondate, vediamo innanzitutto come funziona e quali sono i potenziali campi di utilizzo della chat GPT.

Chat GPT-3: come funziona?

Come accennato poco fa, alla base della Chat GPT-3 troviamo una tecnologia che combina algoritmi basati sul natural language processing (o NPL), in grado di analizzare, comprendere e riprodurre il linguaggio naturale, con sofisticatissimi processi di deep learning, che consentono allo strumento di essere addestrato su una vastissima quantità di dati di testo.

A livello pratico, chat GPT-3 utilizzerà gli algoritmi basati sul NPL per analizzare significato e contesto delle domande poste dall’utente, mentre farà uso delle conoscenze acquisite tramite i modelli di deep learning per rispondere a queste domande in modo quanto più chiaro, affidabile e pertinente possibile a quanto richiesto.

Inoltre, attraverso l’utilizzo dei commenti e dei feedback lasciati dagli utenti, i meccanismi di apprendimento automatico consentono di migliorare continuamente le prestazioni e l’accuratezza della chat GPT-3.

ChatGPT: a che cosa serve e quali sono le potenziali applicazioni?

Abbiamo visto come Chat GPT-3 di OpenAI possa essere considerato tra gli sviluppi più entusiasmanti degli ultimi anni nel mondo delle macchine basate sull’intelligenza artificiale. Ma quali sono, a livello pratico, le sue potenziali applicazioni?

  • Creazione di contenuti: la chat GPT è un valido supporto per la creazione di contenuti di vario tipo e formato, da testi informativi a report, sequenze di e-mail marketing, testi per blog, caption per i social, script di video, e così via. Inoltre, può fornire preziosi input utili ad agevolare e stimolare il processo creativo, soprattutto quando ci troviamo a corto di idee o non sappiamo come concludere e/o iniziare un testo in modo efficace. Ecco perché le sue applicazioni all’interno di una ben consolidata strategia di content marketing appaiono particolarmente promettenti (qui un articolo a proposito);
  • Traduzioni: gli algoritmi GPT-3 consentono di tradurre velocemente testi da una lingua all’altra. Questo è molto utile non soltanto quando dobbiamo produrre contenuti multilingue, ma anche in tutti quei casi in cui abbiamo la necessità di comunicare in modo rapido e quanto più accurato possibile con persone che non parlano la nostra lingua;
  • Servizio clienti: essendo in grado di fornire risposte accurate e precise, la chat GPT-3 rappresenta l’ultima frontiera del servizio clienti, soprattutto quando si tratta di rispondere alle domande dei clienti, fornire feedback e gestire i reclami. Utilizzare la chat in questo senso potrebbe da un lato migliorare l’esperienza del cliente, dall’altro alleggerire il carico lavorativo degli operatori di call center;
  • Assistente personale virtuale: la chat GPT-3 è in grado di creare assistenti personali virtuali in grado di aiutarci a svolgere le attività più routinarie della nostra giornata lavorativa, quali la pianificazione delle nostre giornate e/o riunioni di lavoro, l’invio di reminder ed inviti a riunioni o colloqui e la formulazione automatica di email di follow up;
  • Sanità: un’altra applicazione potenzialmente molto interessante della GPT-3 Chat è quella in ambito sanitario. Il chatbot potrebbe infatti rivelarsi molto utile per facilitare la navigazione dei pazienti all’interno di sito web ed app del sistema sanitario, aiutarli a trovare le informazioni di cui hanno bisogno e fornire loro supporto ed informazioni mediche di base;
  • Istruzione: i chatbot hanno il potenziale di fornire esperienze di apprendimento coinvolgenti e personalizzate, rivolte a studenti di diverse età e livelli di istruzione. In questo senso, potrebbero configurarsi come un valido supporto alle classiche lezioni frontali;
  • Ricerche di mercato e generazione di report: la chat GPT è in grado di raccogliere ed analizzare vasti set di dati ed informazioni provenienti da una popolazione campione e, tramite questi, compilare sofisticati report di analisi in modo molto rapido e preciso.

Come possiamo vedere, i potenziali utilizzi della chatGPT vanno ben oltre il semplice rispondere a delle generiche domande poste dagli utenti web -cosa che comunque, in questi giorni, è riuscita a mandare in tilt il sistema. Infatti, se sfruttata in modo intelligente e ragionato, la chat GPT-3 può rivelarsi uno strumento molto utile per aiutarci a raggiungere gli obiettivi della nostra strategia di content marketing e, in generale, a semplificare diversi aspetti della nostra vita quotidiana.

GPT Chat: come si utilizza?

Utilizzare GPT Chat è più semplice di quanto si potrebbe pensare. Per cominciare a farlo, ci sono due possibilità:

  • Registrarsi al sito ufficiale di OpenAI con un account Google o Microsoft già esistente, oppure creare un nuovo account con username, email e password. Una volta creato il nostro account, sarà possibile selezionare la voce “ChatGPT” dall’header in alto nella pagina principale. A questo punto si dovrà richiedere l’accesso al programma beta compilando un modulo. Ottenuta l’approvazione, si avrà accesso all’API GPT-3 di OpenAI, che consente di integrare la chat GPT nelle nostre applicazioni;
  • Accedere direttamente alla pagina di ChatGPT, dove si potrà utilizzare lo strumento anche senza autenticazione.

In entrambi i casi sarà possibile accedere in modo completamente gratuito alla versione beta dello strumento che, pur avendo dei chiari limiti rispetto a quella a pagamento (sia in termini di numero massimo di query mensili indirizzabili allo strumento che di applicazioni), è un ottimo punto di partenza per familiarizzare con questa nuova applicazione dell’intelligenza artificiale.

A questo punto, non dovremo fare altro che cominciare ad utilizzare la chat, inserendo il nostro quesito nella riga di comando e premendo il tasto “INVIO”. Ad esempio, potremo chiedere all’algoritmo GPT-3 della chat di:

  • Scrivere un articolo ottimizzato in chiave SEO su un determinato argomento ed utilizzando specifiche parole chiave;
  • Ideare lo script di un video o di un contenuto social;
  • Scrivere un codice e/o un pezzo di programma (GPT-3 è compatibile sia con javascript e python, che con PHP o altri linguaggi);
  • Aiutarci a costruire la nostra web app;

In ogni caso, più specifica sarà la domanda posta e più pertinente sarà la risposta ottenuta. Ricordiamo anche che tale risposta non dovrà neppure essere considerata come una verità assoluta: il team di OpenAI, infatti, dichiara chiaramente nel sito che ChatGPT “può generare occasionalmente informazioni errate“. Questo bug potrebbe costituire, tra le altre cose, un evidente ostacolo alla diffusione del chatbot su larga scala. Vediamo insieme quali sono gli altri limiti di ChatGPT e quali, invece, i punti di forza.

ChatGPT: quali sono i principali vantaggi e quali i limiti di questo strumento?

Come abbiamo visto, la GPT-3 chat di OpenAI ha non solo il potenziale di rivoluzionare il nostro rapporto con l’intelligenza artificiale, ma anche quello di semplificare in modo concreto diversi aspetti della nostra quotidianità.

Tra i principali vantaggi derivanti dal’utilizzo della ChatGPT troviamo infatti la possibilità di:

  1. Accedere ad un vasto portale di informazioni (come abbiamo accennato sopra, il modello GPT-3 si basa sull’apprendimento continuo da un database di informazioni pressoché illimitato);
  2. Trovare spunti molto interessanti per la creazione dei nostri contenuti, il che è particolarmente sia utile nel caso di “blocco dello scrittore”, che per velocizzare più in generale il processo di content creation (ne abbiamo parlato qui).
  3. Migliorare la capacità di apprendimento delle learning-based machines e rendere le nostre interazioni con la tecnologia più naturali e coinvolgenti;
  4. Agevolare il processo decisionale a livello aziendale, attraverso la rapidi analisi di un vasto campione di dati e sentiment provenienti sia da clienti che da dipendenti, ed aiutare ad ottimizzare l’uso delle risorse e del personale;
  5. Automatizzare i compiti più noiosi e ripetitivi, quali rispondere ad email di follow-up o a problematiche ricorrenti;
  6. Migliorare la user experience, soprattutto per quando riguarda le chatbot dedicate al servizio clienti online e la navigazione all’interno dei siti web.

Nonostante questi evidenti vantaggi, la ChatGPT presenta ancora diverse pecche che ne limitano l’utilizzo, molte delle quali sono comuni anche ad altri tool di scrittura basati sull’AI.

Tra queste troviamo:

  1. Difficoltà nel rispondere in modo efficace a domande aperte e a formulare opinioni proprie: la chatGPT è programmata per rispondere a quesiti su fatti specifici o evidenze concrete, ma presenta ancora diverse limitazioni per quanto riguarda le domande aperte e/o concernenti concetti astratti. Inoltre, non è in grado di esprimere delle opinioni proprie su un determinato argomento. Ciò potrebbe precludere l’utilizzo della chat in ambiti quali la scrittura creativa ed il supporto emotivo;
  2. Capacità limitata di comprendere il contesto: la chatGPT non ha ancora piena capacità di comprendere il contesto di una determinata conversazione e/o le sfumature del linguaggio con cui le domande vengono formulate. Questo potrebbe portare a risposte poco precise e/o rilevanti;
  3. Potenziali distorsioni nelle risposte riguardanti questioni particolarmente sensibili: i dati sui quali viene addestrata la GPT-3 potrebbero contenere evidenti distorsioni, portando a risposte particolarmente problematiche su questioni sensibili quali genere, razza o politica. Inoltre, la chat non è in grado di rispondere a domande che potrebbero esporre l’utente ad eventuali rischi legali e/o fisici;
  4. Incapacità di produrre contenuti in formato diverso dal testo e di accedere a dati successivi all’anno 2021: ad, oggi ChatGPT non può accedere a dati successivi all’anno 2021. Inoltre, è in grado di produrre esclusivamente contenuti di tipo testuale. Questo potrebbe essere un grande limite, soprattutto se la mettiamo a confronto con tool in grado di generare sia testo che immagini attraverso l’AI, quali Writesonic.

ChatGPT: cosa ci riserva il futuro?

Sebbene ChatGTP sia da molti considerato come la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale, in grado di rivoluzionare profondamente il nostro rapporto con la tecnologia e renderlo più umano, evidenti sono ancora le sue limitazioni, soprattutto quando si tratta di formulare risposte che presuppongono un’elevata comprensione del contesto e/o di determinate dinamiche.
D’altronde stiamo parlando pur sempre di una macchina che, per quanto sofisticata e in grado di apprendere da una mole di dati inaccessibile ad un solo essere umano, manca ancora della capacità di ragionare in modo complesso e articolato.

Non a caso, la società OpenAI ha dichiarato di star già lavorando ad un nuovo modello di linguaggio che sostituirà il GTP-3, ovvero il WebGPT,  in grado di fornire risposte più accurate a domande aperte e basate su opinioni personali. Sarà inoltre necessario valutare in modo attento le potenziali implicazioni etiche e morali dell’uso su larga scala di uno strumento basato sull’intelligenza artificiale quale ChatGPT, che possono andare dalla violazione della privacy alla discriminazione, al rischio di danni fisici, psicologici o economici.

In conclusione, se utilizzato in modo critico e coerente con i nostri obiettivi, ChatGPT può rivelarsi uno strumento molto utile per svolgere compiti di diversa natura, sia in ambito personale che aziendale. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che si tratta per l’appunto di uno strumento – e non di un sostituto – della mente (e della “penna”) umana, e non dobbiamo quindi perdere di vista i limiti e le potenziali criticità insite nel suo utilizzo.

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