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I webmaster, gli specialisti SEO e tutti coloro che lavorano nel mondo web sanno bene quanto siano importanti i Google update, ovvero gli aggiornamenti dell’algoritmo, che possono avere un impatto più o meno forte sul posizionamento dei siti.
Il motore di ricerca più utilizzato al mondo è in costante evoluzione: le modifiche all’algoritmo sono continue e sempre più frequenti. Negli ultimi anni sono state registrate oltre 3000 modifiche in un anno (sono quasi 10 modifiche in un giorno medio!). Naturalmente nella maggior parte dei casi si tratta di variazioni marginali e sono molti meno gli update significativi. Gli aggiornamenti dell’algoritmo hanno un duplice obiettivo:
- ottimizzare la qualità dei risultati di ricerca di Google
- migliorare l’esperienza utente durante la navigazione all’interno di un sito web.
L’algoritmo di Google è un sistema complesso basato su sofisticate formule matematiche. Il suo scopo è di ordinare centinaia di miliardi di pagine web nell’indice di ricerca in base alla loro rilevanza. E’ capace di analizzare una quantità di dati enorme per fornire, in una frazione di secondo, risultati utili, pertinenti e in linea con la ricerca effettuata dall’utente.
Le tre fasi dell’algoritmo
Al fine di restituire risultati aderenti alla query dell’utente, il processo di analisi di Google prevede tre fasi:
- Crawling (Scansione): la scansione del web è uno degli aspetti più importanti per l’indicizzazione di un contenuto (testi, immagini, audio e video) e viene effettuata attraverso un apposito software, noto come Crawler o Spider, che esamina i link presenti nella sitemap e segue le indicazioni riportate nel file txt;
- Indexing (Indicizzazione): in questa fase del processo, la pagina web viene inserita all’interno degli indici Google. L’indice è un database che raccoglie le informazioni scansionate dal crawler e consente il recupero dei dati quando l’utente effettua una query nel motore di ricerca;
- Ranking (Classifica): si riferisce al posizionamento di un contenuto nella classifica del motore di ricerca. Più il punteggio attribuito da Google è alto, più un sito web ha la possibilità di posizionarsi tra i primi risultati di ricerca (SERP).
Il costante aggiornamento dell’algoritmo di Google ha lo scopo di modificare l’importanza dei fattori di ranking e scoraggiare il ricorso a pratiche di Black Hat SEO. Si tratta di quei trucchi utilizzati per aumentare il posizionamento di un sito o di una pagina nei motori di ricerca attraverso tecniche che non rispettano i termini di servizio del motore di ricerca. Un classico esempio di queste attività è l’acquisto di link per aumentare il PageRank, a cui molti siti hanno fatto ricorso.
Quali sono Google update più importanti nella storia del motore di ricerca?
Come abbiamo visto, il colosso di Mountain View lancia regolarmente degli aggiornamenti dell’algoritmo al fine di migliorare i risultati di ricerca. Se alcuni di questi non implicano importanti variazioni di posizionamento, altri, chiamati Google Core Update o Broad Core Algorithm Update, possono influire sensibilmente sulla SERP.
Va però ricordato che, in caso di perdita di traffico organico a seguito di un aggiornamento, Google consiglia sempre di non lasciarsi prendere dal panico. E’ sempre bene attendere qualche giorno prima di analizzare le eventuali variazioni di ranking in SERP e mettere a punto una strategia migliore per conquistare le prime posizioni.
A partire dal 2003, allo scopo di garantire migliori risultati di ricerca e con l’obiettivo di rispondere più velocemente alle domande degli utenti, Google ha iniziato a introdurre sostanziali modifiche al proprio algoritmo. Inoltre, ha assunto in tutto il mondo oltre 100.000 Quality Raters, figure professionali altamente qualificate che valutano la qualità del contenuto e la pertinenza con una determinata query di ricerca.
Vediamo insieme quali sono i Google update più rilevanti fino ad oggi:
- 2005 – NoFollow: Google ha introdotto questo attributo è stato per individuare e combattere i link spam;
- 2007 – Universal Search: Google cambia la struttura della SERP, integrando risultati provenienti anche da notizie, immagini e video;
- 2008 – Google Suggest: è la funzionalità del motore di ricerca che suggerisce parole o frasi simili alla query digitata dell’utente per aiutarlo a trovare le informazioni che sta cercando;
- 2009 – Google Caffeine: l’aggiornamento velocizza il lavoro dei crawler consentendo l’indicizzazione di un elevato numero di contenuti;
- 2011 – Panda Update: riconosce ed elimina le pagine che pubblicano contenuti di bassa qualità allo scopo di attirare un numero elevato di utenti e guadagnare tramite i click sugli annunci Google Adsense;
- 2012 – Penguin: l’aggiornamento ha rivoluzionato la SEO e punisce i siti che effettuano Keyword Stuffing al fine di aumentare la propria visibilità sul motore di ricerca;
- 2013 – Hummingbird: analizza i contenuti presenti in rete da un punto di vista semantico, interpretando le intenzioni di ricerca degli utenti allo scopo di fornire risposte adeguate e pertinenti;
- 2014 – Pigeon: è stato introdotto con l’obiettivo di migliorare la Local Search e favorire il ranking delle imprese locali;
- 2015 – Mobilegeddon: premia i siti ottimizzati per i dispositivi mobile come smartphone e tablet;
- 2019 – Google Bert: acronimo di acronimo di Bidirectional Encoder Representations from Transformers, migliora l’interpretazione della query per garantire una piena corrispondenza tra l’intento della ricerca e il risultato finale;
- 2021 – Google Page Experience: si tratta di un nuovo set di metriche che permettono di valutare la User Experience in modo più facile e preciso.
L’algoritmo di Google si sta “riscaldando”?
Una metrica originale e interessante messa a punto da Moz è un vero è proprio report meteo sull’andamento dei Google Update. La “temperatura” rilevata da Moz indica la variabilità delle posizioni nel ranking in un dato periodo. Quando la temperatura è bassa le posizioni delle pagine nelle SERP sono piuttosto stabili. Un aumento della temperatura indica un incremento di frequenza e dell’intensità dei Google Update. I dati di Moz indicano chiaramente che a partire dal 2016 Google ha intensificato significativamente gli update.
Google Update: 4 consigli per non farsi trovare impreparati
Ecco i quattro consigli di John Mueller, Webmaster Trends Analyst di Google, che spiegano come affrontare gli update dell’algoritmo di Google:
- Offrire contenuti di qualità e di facile fruizione soprattutto da smartphone. Un contenuto per essere considerato rilevante deve rispondere al paradigma EAT, ovvero Expertise (Competenza), Authoritativeness (Autorevolezza) e Trustworthiness (Affidabilità);
- Monitorare sempre lo stato di salute del proprio sito web anche quando si trova nelle prime posizioni della SERP;
- Migliorare gli structured data, ossia i dati strutturati, presenti nel codice HTML di una pagina per consentire al motore di ricerca di classificare in modo più efficace il loro contenuto;
- Non sottovalutare l’importanza delle nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, destinate a cambiare l’ottimizzazione dei siti web per i motori di ricerca.