Dominio di terzo livello o Directory? Qual è la scelta migliore per la SEO

Prima di scegliere se inserire contenuti in un sottodominio o in una directory è importante considerare l'impatto pratico sulla SEO.

di Raffaella Berardi
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Dominio di terzo livello o Directory? Qual è la scelta migliore per la SEO

Che cos’è un dominio di terzo livello?

Partiamo da un assunto: non si può costruire una casa solida partendo da un progetto sbagliato. La stessa regola vale per i siti web: non è possibile costruirne uno con una struttura inadeguata. Ciò significa che prima di scegliere tra un dominio di terzo livello e una sottocartella è necessario considerare l’impatto pratico sulla SEO. 

Prima di entrare nel vivo dell’argomento è necessario partire dall’anatomia dell’URL al fine di comprendere che cos’è un dominio di terzo livello e di che cosa parliamo quando parliamo di directory.

Che cos’è un dominio? Un dominio è un identificatore univoco per il contenuto di un sito web. In alte parole, è l’indirizzo che viene utilizzato per accedere ad un sito. Nella gerarchia del Domain Name System (DNS), in italiano “sistema dei nomi di dominio”, vale a dire il sistema utilizzato per assegnare nomi ai nodi della rete (host), un sottodominio è un’estensione del dominio principale. 

Esistono quindi diverse tipologie di domini:

  • Domini di primo livello o TLD (Top-Level Domain): è la parte che si trova subito dopo l’ultimo punto nel nome di dominio, come .com, .org, e .net;
  • Domini di primo livello con codice paese o ccTLD (country code Top-Level Domain): sono domini basati sui codici internazionali dei paesi. Sono utilizzati per siti web specifici di un Paese, come .it per l’Italia o .es per la Spagna;
  • Domini di primo livello generici o gTLD (Generic Top-Level Domain): sono domini di primo livello che non coprono un campo geografico ma tematico, come ad esempio .info dal quale si deduce che un sito web possiede un carattere informativo;
  • Domini di secondo livello o SLD or 2LD (in entrambi i casi il significato della sigla è Second-Level Domain): sono domini che si trovano al di sotto dei domini di primo livello. Si riconoscono dal fatto che sono posizionati davanti all’ultimo punto del nome di dominio. Ad esempio, in google.com “google” è l’SLD e “.com” è il TLD. 

Tutto ciò che si trova a sinistra del 2LD ed è diviso da un punto rappresenta un ulteriore sottodominio. Quindi, un dominio di terzo livello altro non è che un sottodominio di livello immediatamente inferiore al dominio di secondo livello che a sua volta precede il dominio di primo livello nel nome di dominio internet. 

Riportiamo l’esempio di Wikipedia per semplificare ulteriormente la spiegazione: i livelli dei domini sono definiti gerarchicamente in ordine crescente a partire da destra, ed ogni livello è separato da un punto, quindi nel sito it.wikipedia.org il dominio di primo livello è definito da org, il secondo livello è determinato da wikipedia, mentre it costituisce il dominio di terzo livello.

Per dirla con parole diverse, un sottodominio è un sottoinsieme di un dominio più grande e può rappresentare una sezione specifica del sito, infatti di solito serve a ospitare, ad esempio, blog, negozi di e-commerce che fanno parte di un sito più grande o versioni in altra lingua di un sito in base al target di riferimento. Spesso un sottodominio è linkato al dominio principale, perciò è importante fare in modo che i collegamenti siano funzionanti e adeguati. Tuttavia, in base al percorso impostato nel corso della configurazione del sito o di una nuova sezione, può anche non essere vincolato in alcun modo ai dominio principale. 

Da un punto di vista del posizionamento organico sui motori di ricerca, un dominio di terzo livello consente di creare un link building efficace, in quanto genera contenuti unici e indipendenti dal dominio principale. Inoltre, può ospitare un sito di di staging, cioè un clone del sito web che viene utilizzato dagli sviluppatori per testare “in modo sicuro” le modifiche e gli aggiornamenti prima di renderli attivi.

Che cos’è una directory?

Con directory o cartella si intende una struttura di catalogazione del file system che contiene riferimenti ad altri file e/o cartelle. In altre parole, si tratta di una sottosezione all’interno del nome di dominio principale in cui sono organizzate una o più pagine web per argomenti specifici. 

Dobbiamo pensare a una directory come a una biblioteca, dove ogni libro viene classificato secondo una tematica ben precisa, rendendo più semplice per il lettore trovare quello che sta cercando. Ad esempio su un sito e-commerce , una directory può essere utilizzata per suddividere i prodotti per categorie o reparti. In questo caso l’URL ci apparirà così: dominio.com/categoria. 

Una directory può essere anche utilizzata all’interno di un dominio aziendale per raggruppare contenuti diversi, che riflettano le varie attività dell’azienda. In questo modo sarà più semplice per i visitatori trovare ciò che stanno cercando e navigare nel sito in maniera organizzata e intuitiva. In più, la struttura a directory semplifica la gestione di un sito web, in quanto si possono creare delle sezioni dedicate a contenuti specifici che siano più facilmente modificabili rispetto alle pagine principali e consente di eseguire operazioni di migrazione di hosting senza dover intervenire sul pannello DNS.

Inoltre, la directory è un’ottima risorsa per aumentare la visibilità del dominio principale sui motori di ricerca, in quanto i contenuti all’interno della stessa possono essere utilizzati per ottenere backlinks estremamente rilevanti e di qualità. Va però ricordato che  la directory deve essere ben indicizzata e sviluppata per avere successo in termini di analisi SEO o si corre il rischio di penalizzare il dominio principale.

In definitiva, dominio di terzo livello e directory sono entrambe delle soluzioni efficaci per la gestione dei contenuti online e possono essere utilizzate a seconda delle specifiche esigenze. Ciò che conta è valutare attentamente le proprie esigenze e scegliere l’opzione che meglio si adatta al dominio, cercando di massimizzare gli aspetti positivi e minimizzare quelli negativi.

Dominio di terzo livello o Directory: cosa dice Google?

John Mueller, Webmaster Trends Analyst di Google, in un video pubblicato sul canale YouTube Google Search Central, ha approfondito le differenze tra sottodomini e sottocartelle evidenziando che:

  • I sottodomini devono essere verificati separatamente in Search Console Google;
  • Le prestazioni dei sottodomini devono essere monitorate separatamente;
  • Le impostazioni dei sottodomini devono essere modificate separatamente;
  • Google tratta i sottodomini come entità separate dal dominio principale e questo significa che qualsiasi link, interno o esterno, al contenuto di una pagina web all’interno del sottodominio non contribuisce all’autorità del dominio principale. Allo stesso tempo, il contenuto delle pagine del sottodominio, appartenendo a un’entità separata, non beneficia dell’autorità del dominio principale.

Quindi, che cosa è meglio per la SEO? Esistono valide argomentazioni a sostegno del fatto che il passaggio da sottodomini a sottodirectory aumenti il ranking, la visibilità e il traffico di un sito web, come evidenziato dagli esempi riportati in un articolo di Semrush dedicato a sottodomini e sottodirectory in cui si sottolinea che se i contenuti e i link sono suddivisi tra un sottodominio e il dominio principale, l’autorità complessiva di queste due entità è inferiore a quella che si avrebbe se tutto fosse ospitato sul dominio principale utilizzando le sottodirectory.

La maggior parte della comunità SEO è d’accordo sul fatto che se non ci sono restrizioni tecniche, restrizioni legali in diversi Paesi e così via, si dovrebbe ospitare il contenuto in una sottodirectory piuttosto che in un sottodominio.

In ogni caso, come abbiamo già detto, bisogna considerare ciò che è più adatto alle proprie esigenze in termini di gestione del contenuto, visibilità sui motori di ricerca e prestazioni complessive. Se parliamo di un blog o di un negozio di e-commerce, la preferenza dovrebbe essere sempre quella di puntare su una sottodirectory, se invece si tratta contenuti che difficilmente aggiungono valore al sito dal punto di vista della rilevanza o dell’attualità, è consigliabile non limitarsi a usare le sottodirectory. 

In definitiva bisogna capire in che modo la decisione che prendiamo può influire sulle prestazioni SEO del dominio e quindi valutare qual è la soluzione migliore, anche tenendo conto della struttura complessiva del dominio. L’essenziale è sempre assicurarsi che i contenuti siano facilmente indicizzabili e che le stesse pagine non duplichino inutilmente le informazioni.

Cosa scegliere tra dominio di terzo livello e directory?

In conclusione, una sottodirectory è da preferire ai sottodomini dal punto di vista SEO, tuttavia molto dipende dalla tua struttura del sito web, dalle necessità in termini di gestione del contenuto e dalle prestazioni complessive. 

Nel caso di un blog o della sezione shop di e-Commerce, la sottocartella è la soluzione ideale a patto di assicurarsi che sia facilmente indicizzabile e che non si verifichi una “cannibalizzazione delle keyword”, situazione piuttosto frequente quando i contenuti del blog si posizionano per parole chiave su cui competono anche le pagine dell’e-Commerce. 

In altri casi però, come le varianti in lingua straniera di un sito web principale, i contenuti tematicamente molto diversi dal resto del sito, le pagine di supporto (FAQ) o, più in generale, i contenuti che non aggiungono valore al sito in ottica di pertinenza o di attualità, l’uso di un dominio di terzo livello è l’opzione ideale e non danneggia la SEO.

Dal punto di vista dell’ottimizzazione dei motori di ricerca non esiste, quindi, una configurazione migliore dell’altra e sia la struttura a sottodomini che quella a directory sono potenzialmente adatte a classificare i contenuti se si rispettano le best practice SEO. 

In ogni caso, prima di prendere una decisione definitiva, è bene fare un’analisi approfondita del dominio e se non sai  da dove iniziare, un consiglio è quello di consultare gli esperti di settore e affidarti a un partner professionale, come un’agenzia di Content marketing che ti aiuterà a  scegliere la migliore opzione per garantire il successo del tuo sito web.

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